Il cortisone, che più che una sostanza è una classe di principi attivi, è uno dei farmaci più importanti a disposizione della medicina; nello stesso tempo non è altro che “l’imitazione” dell’ormone che nell’organismo regola una serie di funzioni fondamentali, il cortisolo. Tra queste è la sincronizzazione dei ritmi sonno/veglia e luce/ombra di tutte le cellule dell’organismo, ovvero dei cosiddetti ritmi circadiani.
In molte malattie infiammatorie è necessario prendere cortisone per lunghi periodi e questo ha evidenziato una serie di problemi e difetti.
Alcuni di questi sono prevedibili, ad esempio un minore funzionamento della risposta immunitaria, altri hanno del paradossale. In certi casi l’uso continuo ha evidenziato situazioni di infiammazione cronica, pur essendo usato il cortisone proprio per il suo effetto antinfiammatorio.
Partendo dalla considerazione che il cortisolo è l’ormone dello stress e che la sua secrezione fisiologica segue un ritmo particolare durante la giornata, è stato fatto uno studio molto accurato sugli effetti della somministrazione di cortisone tenendo presente l’ora del giorno.
Si è dimostrato qualcosa che era intuibile, ma solo ora reso evidente: se il ritmo di somministrazione segue il ritmo fisiologico quotidiano (il cosiddetto ritmo circadiano) ci sono molti problemi in meno.
Esattamente come accade in una situazione di stress continuo, se il cortisone agisce per tutto il giorno si osserva una infiammazione cronica che per certi versi tende ad annullare l’effetto farmacologico. Contemporaneamente si ha una diminuzione di efficacia immunitaria che rende molto più sensibili alle infezioni. Se invece la somministrazione è “fisiologica”, tutto questo non accade e si ha il massimo effetto terapeutico.
Nello studio si è evidenziato un migliore controllo della glicemia, una diminuzione di peso, minori infezioni virali e complessivamente una migliore qualità della vita. Ecco quindi anche una buona spiegazione anche dell’effetto deleterio di uno stress continuo, e di quello potenzialmente positivo di uno stress “ritmico”.
Quindi la regola è seguire il ritmo circadiano: il cortisolo fisiologico ha il suo livello massimo al mattino e decresce progressivamente fino ad un minimo nel pieno della notte per poi risalire velocemente nelle prime ore del giorno. Allora prendiamo il cortisone nel primo mattino o entro mezzogiorno ed evitiamo accuratamente le somministrazioni serali. Analogamente sono da evitare il più possibile “picchi multipli” legati a diverse somministrazioni, che disorientano l’orologio biologico. Anche piccole quantità di cortisone se presi in orari sbagliati possono dare effetti deleteri e inaspettati.
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