Quanto tempo riusciamo a parlare con il nostro medico? Da uno studio accurato ed è stato scoperto che, prima di essere interrotto dalla prima domanda del medico, il paziente di solito è libero di raccontarsi per ben…15 secondi!
Molti medici stanno riflettendo sulle loro capacità di ascolto, poiché si sono accorti che, non solo un ascolto accurato permette, come è ovvio, una buona diagnosi, ma anche che la sola interazione tra paziente e medico ha un profondo significato terapeutico. Naturalmente i medici sono pressati, come tutti noi, da tante urgenze: la spinta alla produttività, la fila in ambulatorio, il timore di non farcela nei tempi stabiliti, l’umana stanchezza alla fine di una giornata di intenso lavoro. Tutto questo fa sorgere un atteggiamento di “difesa” dal prolungarsi del dialogo che non fa bene né a noi né al loro lavoro. Possiamo aiutarli, in questa riflessione, raccontandoci.
Non ci vuole molto tempo, in realtà: lo stesso gruppo di ricercatori ha studiato cosa succede se il medico ascolta il paziente senza interromperlo, senza mettersi a guardare il computer o a scrivere i dati che sta raccogliendo: in totale disponibilità all’ascolto. In questo caso il tempo in cui il paziente è libero di parlare da solo, prima che sia naturale che inizi un dialogo, è di… 35 – 40 secondi.
Meno di un minuto per ascoltare cosa la persona dice davvero: non è forse un buon investimento, per cominciare a ragionare di salute, malattie e terapie?
Certo ci sono i casi impegnativi: in qualche occasione le persone, approfittando della disponibilità del medico, raccontano un mucchio di problemi, malattie talvolta immaginarie, conflitti con i figli, incomprensioni col marito, ecc..
Lo studio ha rilevato che in questi casi il tempo di conversazione arrivava “addirittura” fino a 4 minuti. La dichiarazione del paziente raccolta dai ricercatori però era: “Adesso comunque mi sento meglio”.
Quindi aiutiamoli ad aiutarci.
per saperne di più: Cosa dice il malato, cosa sente il medico
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