Se si chiede ad uno scienziato che cosa pensa dell’uso terapeutico dell’acqua termale, è probabile che la risposta sia un sorriso bonario, quando va bene, o un’affermazione del tipo “non è mai stato dimostrato che funzioni”. Il che, per uno scienziato, è un giudizio pessimo. L’uso tradizionale, anche se consolidato da secoli di esperienza, viene sempre visto come qualcosa che ha più a che fare con a stregoneria o la superstizione che con la conoscenza.
Recentemente, però, scienziati curiosi e medici vivaci hanno iniziato ad affrontare con attenzione e serietà questo problema, spinti anche dal fatto che le terme sono diventate un settore economicamente importante per il turismo di certi territori. Quello che hanno scoperto è estremamente interessante e, proprio in Trentino, grazie alla collaborazione tra Università di Trento e l’istituto di ricerca G.B.Mattei di Comano, si sta creando un mondo di conoscenze che mette queste ricerche all’avanguardia assoluta nel mondo.
Dell’acqua di Comano si sapeva che è utile nella psoriasi e nella dermatite atopica, ma si era assolutamente all’oscuro del perché. Chimicamente è un’acqua praticamente uguale a quella dell’acquedotto di Trento. Era considerata, come si suol dire, “microbiologicamente pura”, ma qui sono iniziate le sorprese. I nuovi strumenti di analisi che la scienza ha a disposizione in anni recentissimi hanno evidenziato che, in realtà, di batteri nell’acqua ce ne sono magari pochi, ma di decine di specie, molte delle quali sconosciute.
L’ipotesi che si sta verificando è che l’interazione tra le specie batteriche dell’acqua, o frazioni di queste, e quelle che vivono sulla pelle sia il vero meccanismo di funzionamento di quest’acqua.
Nella pelle ammalata di psoriasi o dermatite atopica, infatti, vi è una netta variazione della popolazione di microbi rispetto a quella sana (poche specie e spesso cattive invece che molte in buon equilibrio) e l’acqua termale, che sgorga dal profondo ed ha una carica batterica assolutamente originale rispetto all’acqua (clorata) dell’acquedotto, sembra poter aiutare il riequilibrio di questo “microbiota” (un mondo di microbi) e quindi, spesso anche se non sempre, avvicinare verso la guarigione.
Tutto da studiare, sia chiaro: siamo agli inizi di una serie di ricerche affascinanti e suggestive, così come tutte quelle che negli ultimi anni hanno fatto capire il ruolo importantissimo per la salute dei microbi con cui viviamo. Ma pare proprio giusto considerare che, se usiamo l’acqua di Comano sulla pelle infiammata, magari con lo spray chiesi trova anche in farmacia, non è per caso né per superstizione se guarisce.
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