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Un po’ di febbre: lo mando a scuola?

ragazzino malato

Ogni genitore si è posto almeno una volta questa domanda: in fin dei conti che male c’è? Altrimenti ci sono i compiti da recuperare, si perde il passo, o semplicemente non abbiamo la possibilità di assentarci dal lavoro e la scuola è il posto migliore dove “appoggiare” i nostri figli.

Ed alle prime avvisaglie di influenza o raffreddore, è meglio mandarlo a scuola o tenerlo a casa?

Ci viene più spontaneo pensare di tenere a casa i bimbi della scuola materna, se solo si può, perché ci si rende conto che l’impegno della scuola può essere davvero troppo, ma non dobbiamo sopravvalutare le forze dei nostri ragazzini più grandi.

Anche alle elementari ed alle medie le energie che i nostri figli devono mettere nella guarigione sono molte, ed altrettante, forse ancora di più, nella loro crescita sia fisica che emotiva e psicologica. Quando la crescita è fisica si vede bene dal bisogno di dormire, dalla spossatezza e ….dalla crescita del numero di piede! La crescita emotiva e psicologica è più nascosta, ma non si pensi che sia una passeggiata: nel secondo settennio di vita moltissime energie sono spese a scrutare il mondo dall’interno del proprio guscio apparentemente tranquillo, a capire come funziona, ed a costruire quella parte di sé sensibile e volitiva che, appena sfociata nell’adolescenza, scaricherà tutta la sua energia pienamente sviluppata, quasi compressa, nei conflitti e nelle tempeste emotive tipiche di quell’età.

Ecco allora che la malattia, quei pochi giorni trascorsi nuovamente nel nido familiare, hanno diverse funzioni importanti:

  • permettere al ragazzino o al bambino di usare tutte le sue energie nella guarigione, sapendo che lo stress, anche se positivo come spesso accade nella buona scuola, è un pessimo alleato per il sistema immunitario;
  • creare le condizioni per un breve ritorno al nido, un breve rinchiudersi in se stessi e nei propri bisogni, nelle proprie sensazioni, nei propri pensieri e nei sogni, senza che sia chiesto nulla in cambio, per poi poter ripartire verso il mondo con una nuova energia;
  • evitare il contagio per i compagni di classe: non dimentichiamoci della responsabilità nei confronti di tutti quelli che ci stanno vicini.

Febbre, tosse, vomito, congiuntivite specie se con secrezione purulenta, un forte raffreddore, eruzioni cutanee improvvise, sono tutti motivi per restare a casa; e non dimentichiamo di fare un giorno o due di convalescenza, con qualche bella dormita, specie se la malattia è stata impegnativa. In questo modo il rischio di ricadute diminuisce drasticamente e la crescita, nel suo insieme, sarà più armoniosa e completa. I bambini hanno diritto ai loro tempi, ci sono già i grandi che corrono abbastanza.

 

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