Tutti conosciamo la febbre, ma ci siamo mai chiesti a cosa serve?
Apparentemente dà solo fastidio, malessere, disagio, ma da un po’ di tempo si fanno delle ipotesi diverse.
Fondamentale è quella dal punto di vista dell’evoluzione. Ci si è infatti chiesto come mai, nelle decine di migliaia di anni di storia dell’evoluzione della specie, si è conservato un elemento così fastidioso.
Se un carattere genetico, legato ad una specifica funzione, si dimostra inutile o dannoso, succede di solito che gli individui che non lo hanno sono in qualche modo favoriti, e questo porta, nel lungo periodo, alla sua scomparsa. Ma la febbre si è conservata. E’ proprio questo che ha iniziato a far pensare che serve a qualcosa.
In effetti si è capito che è uno dei meccanismi fondamentali a disposizione dell’organismo per combattere le infezioni. La maggior parte dei batteri e dei virus, infatti, si sviluppa solo se trova un ambiente con la temperatura ottimale. Se è troppo elevata la loro moltiplicazione si blocca ed il sistema immunitario ha quindi la possibilità di distruggere, attraverso i globuli bianchi, gli agenti dell’infezione.
Ecco quindi che si è effettivamente scoperto (o riscoperto) che se si lascia la febbre agire per un tempo sufficiente, limitandola solo quando diventa pericolosa, cioè sopra i 40°c, o quando il malessere è eccessivo, si guarisce prima. Per un’influenza bastano magari 2 giorni invece che 4 o 5.
Assieme alla febbre, generata dai brividi e favorita dal raffreddamento delle estremità (mani e piedi), ci sono altri meccanismi di difesa simili: anemia ed inappetenza servono ad “affamare” i germi che ci stanno invadendo limitandone lo sviluppo; la debolezza durante la malattia e la convalescenza ci impone di limitare la nostra attività dedicando tutte le energie alla lotta all’infezione (che è il vero pericolo per la sopravvivenza).
Sulla base di queste osservazioni dobbiamo allora iniziare a guardare diversamente alla febbre e gli altri sintomi fastidiosi, valutare con più attenzione, e caso per caso, se è davvero necessario assumere dei farmaci antipiretici o se non è più saggio limitarci a bere molto per non disidratarci dando il tempo all’organismo di dispiegare tutte le sue difese.
Sempre più frequentemente gli studi clinici sono indirizzati a dimostrare cose già conosciute o addirittura ovvie. Pare che piaccia, o che sia pratico per qualche decisore di sanità pubblica un po’ debole di convinzioni, avere dei numeri ...
Si sa che l’osteoporosi è un problema assai diffuso e che la fragilità ossea è, soprattutto negli anziani, un problema serio:
Dopo una certa età ci sono molti motivi per valutare la condizione della propria massa ossea.
Gli omega3 sono degli acidi grassi essenziali, cioè delle componenti particolari dei grassi che devono essere assunti con la dieta perché il nostro organismo non è in grado di produrli. Grazie alla loro conformazione chimica svolgono un r...
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