È dagli anni ’40 dello scorso secolo che si sa che un ruolo fondamentale nella distruzione delle cellule tumorali è affidato, nell’individuo sano, al sistema immunitario. Ogni giorno migliaia di cellule “sbagliate” nascono a seguito di mutazioni genetiche, causate a loro volta dal contatto con sostanze o radiazioni che trasformano normali cellule in crescita in cellule tumorali. La luce del sole, molti cibi, le sostanze chimiche inquinanti che respiriamo: anche le cose apparentemente più semplici nascondono migliaia di occasioni quotidiane di ammalarsi.
Così il nostro organismo ha sviluppato una serie di strategie di difesa: da un lato meccanismi di riparazione del DNA, dall’altro la distruzione delle cellule malate da parte di cellule specializzate del sistema immunitario, i linfociti T, soprattutto.
Oggi, decenni dopo queste scoperte, si cominciano a mettere a punto farmaci che promuovono questo tipo di risposta immunitaria, per certi versi la più naturale e priva della terribile tossicità degli antitumorali (che uccidono le cellule malate ma qualche volta anche un po’ di quelle sane).
Le strategie che si stanno utilizzando sono fondamentalmente due.
Alcuni farmaci attivano il sistema immune stimolando la sua attività con delle “esche” che aumentano il grado di allarme e quindi l’attività.
Altri neutralizzano in parte i meccanismi che lo stesso sistema immune ha organizzato per autolimitarsi (altrimenti distruggerebbe lo stesso organismo), meccanismi che anche le cellule tumorali utilizzano proprio per essere lasciate in pace dai linfociti T.
Infine molte osservazioni fanno notare che molti farmaci antitumorali funzionano in modo diverso, o addirittura funzionano solamente se nell’intestino sono presenti alcune specie batteriche. Si sa che i batteri ed i funghi dell’intestino partecipano alla modulazione dell’attività immunitaria, ma queste osservazioni nei malati di tumore aumentano ulteriormente il grado di complessità che osserviamo nelle relazioni tra noi, l’ambiente (interno ed esterno) ed i nostri “ospiti”.
Quali conclusioni?
La prima è che possiamo aspettarci un ulteriore miglioramento nella cura del cancro da queste terapie: ci vorrà ancora tempo, ma alcuni, sviluppati anche grazie a ricerche italiane, sono già in uso.
La seconda è più vicina a noi ed alla nostra quotidianità: oltre a fare attenzione all’alimentazione per avere una quantità equilibrata di tutte le sostanze notoriamente anticancro, spostandoci sempre più verso una dieta vegetariana ricca di frutta e verdura fresche, dobbiamo mettere in atto quelle strategie che aiutano a mantenere la migliore efficienza del nostro sistema immunitario, la nostra migliore difesa contro il cancro. Quindi diminuire lo stress, adeguando il nostro ritmo di vita alle nostre forze e affrontando con spirito positivo le difficoltà inevitabili della vita, e facendo ulteriore attenzione all’alimentazione in modo da avere un intestino sano, dal ritmo regolare, senza gonfiori o infiammazioni. Con una dieta giusta si può fare molto.
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