Il dolore all’orecchio è sempre molto fastidioso ed è normale cercare una soluzione immediata. La tentazione iniziale, un po’ sulla scia della tradizione, è quella di metterci dentro qualcosa, ma il più delle volte non è la cosa giusta da fare.
Bisogna ragionare: l’orecchio esterno, quello che va dal padiglione auricolare al timpano, raramente è la causa del dolore, e quindi rimedi “esterni” spesso non sono efficaci. Inoltre le gocce nell’orecchio impediscono al medico di vedere bene il timpano, limitandolo nella diagnosi corretta del problema.
L’orecchio all’interno del timpano è invece quasi inaccessibile (se non attraverso il naso con appositi strumenti), quindi se il dolore è causato da un’otite interna bisogna agire in altro modo.
La soluzione più raccomandabile in caso di un forte dolore all’orecchio è usare un antidolorifico per bocca: paracetamolo (Tachipirina e simili, certamente il più sicuro) o ibuprofene (Moment, Subitene ecc., che ha anche un’azione antinfiammatoria) sono i rimedi principali. Il più delle volte una sola dose di antidolorifico è sufficiente nel caso di problemi legati ad uno sbalzo termico o ad un piccolo raffreddamento. Altrimenti conviene una terapia antidolorifica continua (15 mg/kg di paracetamolo) ogni 6 – 8 ore per ameno due giorni. Di solito l’otite si risolve da sola in questi tempi.
Se il male non passa allora la cosa più ragionevole è andare dal medico che, guardando con l‘otoscopio l’orecchio esterno, può vedere se c’è un’infiammazione localizzata o se il dolore, come spesso accade, è legato alla pressione che il catarro generato da un’infezione dell’orecchio interno esercita sul timpano. In tal caso la cura sarà probabilmente a base di antibiotici per bocca, la cui scelta, per quanto riguarda tipo e dose, è estremamente delicata, e spetta decisamente al solo medico.
Se talvolta il dolore è così intenso da non essere gestibile con gli antidolorifici per bocca, e se devono passare diverse ore prima di poter accedere ad un medico, un anestetico locale usato nel canale auricolare può essere utile. Anauran, che contiene anche una combinazione di antibiotici, può essere adatto in questo caso, più per l’effetto dell’anestetico che per quello degli antibiotici. Analogamente Otalgan, che è un antinfiammatorio associato ad un anestetico, è efficace più che altro per quest’ultimo principio attivo. Otidolo e Levisticum sono due rimedi, rispettivamente omeopatico ed antroposofico: si possono provare, ma sempre facendo attenzione a non mettere in difficoltà il medico nel vedere bene il timpano, se necessario.
Un’altra situazione in cui si ha la tentazione di mettere qualcosa nell’orecchio è quando lo si sente “tappato”: anche in questo caso prima di agire è sempre meglio farsi dare un’occhiata dal medico o da personale esperto che distingue bene se si tratta di cerume o se l’ottundimento è legato, come sopra ma senza dolore, al timpano in tensione a causa del catarro nell’orecchio interno. Due situazioni, come si capisce, che richiedono approcci completamente diversi.
Quando l’orecchio è dolorante, infine, e nei giorni immediatamente seguenti ad un’otite è assolutamente da evitare l’uso di prodotti per sciogliere il cerume.
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