Ci sono alcune occasioni in cui il dolore è davvero un sintomo insopportabile.
Le cause possono essere molte: a livello muscolare il mal di schiena, la sciatica, un trauma o uno strappo, a livello di articolazioni un attacco di artrite, oppure un mal di denti, o una colica renale. Eventi improvvisi ma intensi.
Un caso a parte è il mal di testa, che va considerato in altro modo, ma i dolori legati ad un’infiammazione o a traumi, per certi versi si assomigliano. Talvolta però sono così forti da non essere tollerabili.
Se questi dolori si riferiscono a una malattia conosciuta, di solito le persone hanno anche l’attrezzatura farmaceutica per governare le crisi acute. Se invece sono saltuari o improvvisi, e se si ha la certezza sulle cause per cui non c’è l’urgenza di passare dal pronto soccorso, il tema è allora dominare il male almeno per qualche giorno con quello che si ha a casa, quindi con i farmaci da banco.
La tachipirina, o paracetamolo, è il primo farmaco a cui si pensa: è un atteggiamento corretto perché a dosaggio alto è un buon antidolorifico e raramente dà problemi. Un dosaggio di 3 o 4 grammi al giorno è assolutamente ragionevole.
Gli antinfiammatori sono di solito l’altra risposta possibile: a dosaggio adeguato hanno effetti collaterali simili (soprattutto rischio di sanguinamento gastrico e possibilità di danno renale in caso di disidratazione), rari se usati per uno o due giorni. L’ibuprofene alla dose di 400 mg tre volte al giorno (Brufen, Moment, Subitene) è ragionevole e sufficiente, mentre un dosaggio più alto non dà particolari vantaggi nel controllo del dolore. Le forme solubili o a rapido assorbimento nella pratica si sono dimostrate più efficaci nel dare sollievo.
La risposta agli antinfiammatori è abbastanza soggettiva, per cui c’è chi reagisce meglio all’ibuprofene, chi al naprossene, chi al ketoprofene, chi al diclofenac. Se di solito uno di questi non fa effetto, più che aumentare il dosaggio è meglio cambiare principio attivo.
Un approccio utile, se il dolore è molto intenso, è di usare in associazione paracetamolo e antinfiammatori. La loro efficacia si è dimostrata superiore in associazione, purchè il paracetamolo sia usato al dosaggio pieno, altrimenti è poco efficace. Poiché il meccanismo d’azione è diverso non c’è una controindicazione a questo metodo, le due strade non si sovrappongono se non nel controllo del dolore e gli effetti collaterali non si incrementano reciprocamente.
In ogni caso se il dolore è così forte, e soprattutto se è poco controllato anche con questa associazione, ragionare con il medico è sempre indispensabile e queste strategie sono utili solo per il tempo necessario per contattarlo.
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