Nella moltitudine di notizie che ci arrivano attraverso i giornali dal mondo della scienza, una delle più recenti dice che i tumori sono dovuti per due terzi alla genetica. Quindi, si potrebbe riassumere, in gran parte non possiamo farci niente. Allora ha senso tutta quest’attenzione alla prevenzione?
Ha senso. Per vari motivi:
– la statistica da sempre informazioni parziali. Non possiamo sapere in quale frazione siamo, se in quella dei due terzi o nell’altra.
– studi ben fatti confermano che la modifica degli stili di vita diminuisce di molto il rischio di cancro, soprattutto l’abbandono del fumo che, assieme a movimento e dieta corretta abbatte del 40% l’incidenza dei tumori nella popolazione.
– le campagne di prevenzione (dal Pap-test allo screening per il sangue occulto nelle feci alla mammografia) funzionano e permettono di riconoscere la malattia molto precocemente.
– l’adesione alle campagne di vaccinazione, ad esempio quella per il papilloma-virus, cambia radicalmente i numeri di alcune forme di tumore.
– la prevenzione è un’attività non solo individuale ma collettiva: qui la politica la facciamo tutti per noi. Ovvero: le scelte ambientali hanno un’importanza enorme.
Pensiamo alla riduzione all’esposizione di cancerogeni ambientali, che noi stessi indirettamente produciamo seguendo uno stile di vita fortemente consumistico e distratto, o direttamente usando automobili, sostanze chimiche di sintesi, oppure acquistando alimenti ricchi di trattamenti industriali e di chilometri, fino al sostegno ad un insensato sviluppo senza limite. Portare i temi dell’ambiente all’attenzione dei decisori politici è una tipica responsabilità collettiva, ma anche le singole scelte quotidiane negli acquisti o nei consumi.
Il delicato equilibrio tra genetica ed ambiente, tra noi e quello che ci circonda, il modo di relazionarci con esso, ci vede protagonisti ben al di là di quanto ci è capitato di essere per una questione genetica.
Per saperne di più: http://science.sciencemag.org/content/355/6331/1330
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