Abbiamo tutti in testa un’idea molto semplice: se il tampone è positivo, indipendentemente dal fatto che abbiamo o no i sintomi, significa che abbiamo un’infezione da Covid 19, quindi dobbiamo stare a casa in isolamento per evitare di contagiare le persone attorno a noi. Un cambio di vita difficile, sgradevole, lungo almeno due settimane, col timore di aver messo a rischio le persone che abbiamo attorno, spesso nell’impossibilità di lavorare. Un problema serio.
Se invece il risultato è negativo: liberi tutti!
Quest’idea è sbagliata: la questione è più complicata.
Tutti i test hanno una sensibilità (la capacità di evidenziare la presenza del virus) ed una specificità (la capacità di assicurarci che tra i sani non ci sia sfuggito un malato) che non sono mai perfette. Sia i tamponi molecolari che quelli antigenici (o rapidi) sono soggetti a possibili errori, sapere qual’è il margine di errore è molto importante.
Per aiutarci a verificare questo margine c’è il link al calcolatore che il BMJ, la più famosa e riconosciuta rivista medica mondiale, ha messo a disposizione permettendoci di capire quanto possano essere precisi i diversi tipi di tamponi nelle varie condizioni.
Il calcolatore riporta anche un altro parametro fondamentale: la percentuale di infetti che ci aspettiamo di trovare nella popolazione, indicativa della quantità di virus in circolazione (pre-test probability).
Facciamo pure qualche esperimento, tenendo conto che il tampone molecolare, secondo le informazioni a disposizione, ha una sensibilità del 95% e una specificità sempre al 95%, mentre quello antigenico ha una sensibilità del 93% e una specificità anche del 99%. Inserendo i dati nel calcolatore otteniamo risultati diversi a seconda del campione che andiamo a testare.
In una popolazione relativamente sana abbiamo pochi problemi perchè non ci saranno falsi negativi (persone positive che scappano alle maglie del test), mentre se testiamo una popolazione piuttosto infetta (come accade in questi tempi) possono verificarsi falsi negativi. Persone infette e potenzialmente contagiose che rischiano di contagiare altri convinte di non esserlo.
Questo significa che un tampone negativo non è un “liberi tutti”, vanno considerati attentamente il contesto dell’epidemia, i contatti avuti e le condizioni cliniche: per questo è sempre necessaria l’interpretazione del medico.
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