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Quanta Tachipirina uso per un bambino?

La Tachipirina, cioè il paracetamolo è il farmaco più usato nei bambini per la sua efficacia e la sua sicurezza.

Per avere un effetto ottimale deve essere però dosato correttamente.

Le raccomandazioni sono quindi le seguenti:

  • La dose va sempre calcolata in base al peso, non all’età: due bambini coetanei possono avere dimensioni molto differenti.
  • Per la febbre è sufficiente un dosaggio minore: la dose antipiretica è di 10 – 15 mg/kg.
  • La gestione della febbre è indirizzata a limitare il malessere del bambino. Se sta bene anche con 39° non vale la pena intervenire, permettendo nel contempo alla febbre di svolgere il suo ruolo, ovvero impedire la replicazione di virus e batteri e facilitare così la guarigione.
  • Gli antipiretici non prevengono le convulsioni, alleviano il disagio fisico del bambino: se il bambino è predisposto alle convulsioni, queste possono manifestarsi anche in caso di febbre non molto elevata.
  • Per il controllo del dolore invece la dose efficace è superiore del 50% circa: quindi 15 – 20 mg/kg.
  • Per controllare un dolore importante la somministrazione non deve essere saltuaria o al bisogno ma continua, ogni 6 o 8 ore.
  • Lo sciroppo di Tachipirina, la forma farmaceutica più usata nei bambini, o i suoi equivalenti contengono 24 mg per ogni ml: quindi un bambino di 20 kg userà tra gli 8 e i 12 ml di sciroppo alla volta in caso di febbre, mentre assumerà 12 o anche 16 ml per controllare un dolore forte ogni 6 ore. Non è difficile fare le proporzioni per un peso differente.
  • Le supposte sono anch’esse usate spesso nei bambini, specialmente in quelli piccoli: in questo caso, poiché l’assorbimento rettale è inferiore, è consigliato un dosaggio leggermente superiore anche per la febbre: dai 3,2 kg si somministra una supposta da 62,5 mg, dai 6 ai 12 kg si somministra quella da 125 mg, incrementando eventualmente il numero di somministrazioni giornaliere (dal massimo di 4 per i più piccoli, al massimo di 6) fino ad avere il dosaggio desiderato.

Un esempio pratico: l’otite media acuta è la tipica malattia dove il controllo del dolore è fondamentale per il benessere del bambino. Il versamento sieroso nell’orecchio interno che preme sulla membrana timpanica è molto doloroso, quindi il controllo del dolore è il primo obiettivo della terapia. Un dosaggio adeguato di paracetamolo (15 – 20 mg/kg ogni 6 – 8 ore), di solito migliora molto la condizione del bambino. Solo se dopo due ore non c’è beneficio si suggerisce di cambiare farmaco. In oltre la metà dei casi l’otite guarisce da sola, ma è fondamentale continuare a gestire adeguatamente il dolore per almeno 48 ore, cioè il tempo necessario a risolvere il problema, oltre a praticare i lavaggi nasali per favorire l’espulsione del muco.

Se dopo due giorni di trattamento il dolore non è risolto, è probabilmente indispensabile usare l’antibiotico: naturalmente il giudizio spetta al pediatra dopo una visita.

La raccomandazione finale è di conservare il paracetamolo in luoghi inaccessibili ai bambini: nell’uso corretto è un farmaco sicuro, ma se un bambino di 20 kg mangia 3 compresse da un grammo può rischiare la vita.

 

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