Si parla molto delle problematiche legate ad un alterato equilibrio dei microbi intestinali, la cosiddetta disbiosi. Quasi tutti sanno che un buon equilibrio dell’ecosistema intestinale è fondamentale per il mantenimento di un buono stato di salute, per un efficace sistema immunitario e per un benessere generale, anche psichico.
Tutti pensiamo che i microbi intestinali stiano di casa nel colon, la parte finale dell’intestino, ed in effetti dovrebbe essere così. Sempre più spesso però ci sono problemi legati ad un’invasione dei microbi, il più delle volte provenienti dal colon, in zone dell’intestino che non dovrebbero essere particolarmente popolate. Nell’intestino tenue, ad esempio, la carica microbica dovrebbe essere ridotta e i microbi residenti di poche specie. Esiste un nome per questa alterazione: SIBO, un acronimo che potremmo tradurre grossomodo come “super – presenza batterica nel piccolo intestino”.
Questa situazione impropria provoca una digestione altrettanto anomala, con fermentazioni, gonfiore, flatulenza, dolori, diarrea, malassorbimento, molti sintomi che sembrano quelli dell’intestino irritabile. Ci si può incaponire a cercare spiegazioni in quello che si mangia, nel cattivo umore o riempirsi di probiotici, ma spesso è inutile. Comunque impattano sulla qualità della vita, e nel lungo periodo sono fattori di rischio per problemi legati al malassorbimento, quindi carenze vitaminiche, minerali ecc..
La causa più frequente della SIBO, a parte le operazioni chirurgiche che possono aver alterato la meccanica dell’intestino, è nei farmaci che si usano.
I principali imputati sono gli inibitori di pompa acida, i cosiddetti protettori dello stomaco: alterando fortemente ed a lungo l’acidità della prima fase della digestione, usati per più di uno o due anni portano frequentemente a proliferazioni batteriche incontrollate. Ma anche gli antidepressivi, ansiolitici, neurolettici ed antigottosi: tutti farmaci che, soprattutto negli anziani, vengono usati a lungo. Infatti sono gli anziani le vittime più frequenti di questo problema. Oggi però la diffusione un po’ “alla leggera” dei protettori dello stomaco è tale, in tutta la popolazione adulta, che il problema diventa sempre più frequente anche in persone più giovani.
Una malattia sfuggente, molte volte, ma come altre “disbiosi” non è da sottovalutare: non è un caso che sia frequentemente presente anche associata a tante altre malattie, non solo a quelle intestinali.
Se si sospetta la SIBO, quindi, un’analisi assieme al medico dei farmaci che si consumano abitualmente, è il primo passo. Il medico può anche richiedere degli esami per avere la certezza della diagnosi e valutare un’eventuale terapia antibiotica.
Al solito essere pazienti informati può essere importante per offrire al medico una possibile lettura in più dei nostri malesseri.
Per saperne di più: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25657082
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