L’allattamento esclusivo al seno è riconosciuto da tutti come il miglior modo di alimentare il bambino almeno nei primi sei mesi di vita. In seguito con l’inserimento graduale degli altri cibi, il significato dell’allattamento diventa sempre più marginale. Ma quando smettere?
In certi casi è il bambino stesso ad essere sempre meno interessato, ed il problema si risolve da sé. Intorno ai sei mesi è pronto per assumere anche altro cibo; il più delle volte questo accade entro l’anno di vita, ma ogni bambino è una storia a sè. Un altro momento chiave è quando ci sono i primi denti: le mamme lo sanno bene…
Con una certa frequenza viene però mantenuto l’allattamento notturno. Il bambino si sveglia, cerca la mamma e questa, naturalmente stanca ed assonnata, ha un rimedio fantastico per tranquillizzare il piccolo: attaccarlo al seno. Ecco, quando ci si ritrova in questa condizione, probabilmente è il momento di smettere.
Alcune teorie, che si rifanno ad un passato forse mitizzato del mondo contadino, suggeriscono di proseguire l’allattamento al seno fino ai due anni. Si possono fare molte riflessioni su questo tema che non ha certo una valenza nutrizionale: il bambino svezzato non ha bisogno del latte della mamma per crescere sano. La questione è molto più culturale ed affettiva, i due temi si intrecciano in modo inestricabile. Qui, naturalmente, ogni mamma si deve sentire libera di fare le proprie scelte sulla base delle proprie convinzioni e delle proprie forze.
Una cosa da considerare è però questa: l’allattamento notturno, nei bambini svezzati, non è particolarmente “sano” per diversi motivi. Di notte i ritmi fisiologici rallentano e quindi anche la digestione: il pasto notturno riattiva un metabolismo che dovrebbe rimanere in pausa, ma la risposta metabolica non è efficiente. Un digiuno notturno è importante anche per lo sviluppo di un microbiota intestinale sano. Legato al ritmo della digestione c’è anche il ritmo del sonno: la profondità giusta non è quella appesantita dal cibo e i continui risvegli minano la serenità della mamma influenzando evidentemente anche quella del bimbo. Infine il latte è altamente cariogeno perché contiene molto zucchero: le carie nei piccoli sono sempre un problema serio ed è meglio evitarle.
Naturalmente sostituire l’allattamento notturno con il biberon di latte è un po’ più pratico, ma è facile capire che non è una buona idea.
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