L’osteoporosi si previene da giovani: uno stile di vita sano e una sana alimentazione portano l’organismo ad affrontare l’età avanzata nelle migliori condizioni possibili.
Ma cosa vuol dire uno stile di vita sano e una dieta giusta?
La premessa è questa: i fattori che influenzano maggiormente la salute delle ossa sono l’età, il sesso, la genetica e l’attività fisica.
Poiché i primi tre fattori non si possono modificare, è sul movimento che bisogna concentrare l’attenzione.
STILI DI VITA
Le ossa sono fatte per essere schiacciate dal peso e si rigenerano se sollecitate adeguatamente. Andare su e giù per le montagne è probabilmente l’ideale, ma anche fare le scale di casa quotidianamente con le borse della spesa è un buon esercizio.
L’attività fisica (con carico) svolta da giovani predispone ad un minor rischio di osteoporosi da vecchi: muoversi bene e da subito, quindi, e continuare per tutta la vita.
Il dimagrimento eccessivo può essere un elemento sfavorevole sia per la perdita di massa muscolare, e quindi stimolo gravitazionale, che per quella di nutrienti essenziali e per le alterazioni ormonali che spesso sono correlate a questa situazione. Attenzione quind in questi casi.
Infine ci sono cose ovvie: prevenire, se possibile, le malattie che portano ad utilizzare farmaci che possono favorire l’osteoporosi come il cortisone, quindi diminuire l’infiammazione (qui c’è da fare un ragionamento generale sulla dieta sana), e limitare lo stress prolungato che causa disordini dell’asse ipotalamo – ipofisi – surrene, infiammazione cronica e di nuovo modifiche ormonali. Infine, al solito, niente fumo perchè riduce l’attività dell’ormone paratiroideo e i livelli della vitamina D.
DIETA
Il tema dell’alimentazione sembra essere meno centrale rispetto ad altre malattie: una dieta normale, sia vegetariana che onnivora (non quella vegana) sembra apportare tranquillamente tutti i nutrienti necessari.
Un tema spesso sollevato è quello dell’acidità, perché un ambiente corporeo acido porta a una maggiore rimozione del calcio dalle ossa per ripristinare l’equilibrio acido-base. Gli studi riportano però valori significativi di questo problema solo negli anziani con problemi renali (i giovani hanno di solito maggiore efficienza renale e minore acidità).
In ogni caso pochi zuccheri semplici e in generale pochi alimenti che portano ad acidificare l’organismo vanno sempre bene, perché anche la ritenzione corporea di solo 1 o 2 milliequivalenti di acido ogni giorno, una quantità appena rilevabile dalle attuali tecniche di misurazione, tamponata da muscoli e reni e dalla base scheletrica per decenni, potrebbe potenzialmente provocare un importante esaurimento del minerale osseo.
L’eccesso di sale favorisce la perdita di calcio, quindi non va bene.
Nell’anziano una nutrizione adeguata deve comprendere anche una quantità sufficiente di proteine per permettere il ricambio della parte non minerale delle ossa, cioè quella della struttura proteica: più spesso di quanto si immagini si ha malnutrizione da carenza negli anziani.
Pertanto quei soggetti più anziani con ridotta funzionalità renale, ridotta capacità escretoria degli acidi renali e minore capacità tampone a causa della minore massa muscolare e/o ossea, le cui diete contengono elevati carichi netti di acido, potrebbero potenzialmente beneficiare maggiormente delle terapie alcaline.
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