La melissa è una pianta erbacea perenne comune nei nostri climi che appartiene alla grande famiglia delle Labiate o Lamiacee, piante aromatiche ricche di oli essenziali.
Il suo nome ricorda la qualità zuccherina molto amata dalle api perché i piccoli fiori bianchi sono molto ricchi di nettare (in greco antico mèlissa = ape). Cresce spontanea nei terreni calcarei, in luoghi ombrosi ma caldi e ricchi di humus.
Da sempre nota per le sue proprietà mediche, è molto apprezzata anche per il suo sapore delicato che ricorda vagamente quello degli agrumi, dovuto all’olio essenziale contenuto nelle foglie dell’apice se raccolte prima della fioritura (anche per questo motivo è spesso indicata come “cedronella”) e che si mantiene nelle foglie secche per qualche mese. Conservata a lungo invece, come sempre accade quando sono presenti oli essenziali agrumati, assume a causa della loro ossidazione un aroma sgradevole.
Grazie alle proprietà sedative e calmanti è utile nei disturbi del sonno e nelle sindromi ansiose, in particolare quando queste presentano una componente viscerale a carico dell’apparato digestivo, poiché possiede anche attività antispastica. Utilizzata tradizionalmente e in farmacia sotto forma di estratti, soprattutto tintura, o in tisana, è associata spesso alla passiflora nei disturbi del sonno o alla camomilla per le sindromi intestinali.
Come la maggior parte delle piante contenenti oli essenziali anche la melissa può vantare attività antibatteriche, antifungine e cicatrizzanti (quando applicata a livello locale). In Germania esiste una crema con estratto totale di melissa largamente utilizzata nell’herpes labialis che ne sfrutta le proprietà antivirali.
Era molto utilizzata in passato in una miscela con altri oli essenziali come rivitalizzante in caso di svenimenti: esistono ancora prodotti con queste potenziali indicazioni, come l’Acqua dei Carmelitani Scalzi o lo Spirito di melissa, ma vengono comunemente usati come digestivi e per favorire il benessere intestinale.
Nell’uso non farmaceutico la melissa viene apprezzata come erba aromatica: le sue foglie fresche sono usate per insaporire molti cibi, ed è un ottimo dissetante nelle bibite ottenute per infusione assieme alla menta.
La melissa ha una sicurezza d’uso molto elevata confermata da secoli di utilizzo. In linea teorica questo fitoterapico è sconsigliato nei soggetti che soffrono di ipotiroidismo, compresi coloro che sono in cura con gli ormoni tiroidei (l’assunzione della melissa può infatti interferire con questi ultimi) e quindi sarebbe sconsigliata l’assunzione anche durante la gravidanza e l’allattamento (la piena funzionalità della tiroide materna è indispensabile per lo sviluppo del cervello e la crescita di feto e neonato), ma naturalmente la pericolosità dipende dalla quantità. Sconsigliato l’uso anche a chi è affetto o e a rischio di sviluppare un glaucoma, poiché secondo recenti studi questa pianta sarebbe in grado di aumentare la pressione intraoculare.
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