I genitori temono la febbre elevata nei figli, soprattutto la possibile insorgenza di convulsioni febbrili, quindi la prima preoccupazione è quella di abbassare la febbre. Ma è corretto?
La febbre è dovuta al fatto che, a seguito di molte infezioni, si attivano vari meccanismi tra cui la ridistribuzione del flusso sanguigno dalla cute ai letti vascolari profondi (per diminuire la dispersione del calore attraverso la cute), la riduzione della sudorazione e la comparsa dei brividi. L’innalzamento della temperatura corporea migliora l’efficienza di molti processi immunologici, alcuni dei quali possono aumentare la capacità di fronteggiare le infezioni.
Nel bambino la febbre non è in genere pericolosa: si tratta del sintomo di una infezione virale autolimitante che si risolve rapidamente senza che sia necessario alcun trattamento.
Trattare la febbre previene le convulsioni?
Tra i 6 mesi e i 6 anni di età, le convulsioni associate a febbre si manifestano in 3-8 bambini su 100 e sono di solito benigne. Per molto tempo si è ritenuto che la temperatura raggiunta durante un episodio febbrile fosse la condizione di rischio principale per l’insorgenza delle convulsioni. Come logica conseguenza, la somministrazione di antipiretici a intervalli regolari appariva la ovvia raccomandazione da fare, ma l’utilità di questo intervento non è mai stata dimostrata.
Sono stati pubblicati diversi studi clinici realizzati su centinaia di bambini: tutti dimostrano che gli antipiretici (paracetamolo e ibuprofene) non sono in grado di prevenire le convulsioni. Si ipotizzava che l’intervento avrebbe dovuto essere molto tempestivo, perché proprio il rapido aumento della temperatura sarebbe stata la causa delle convulsioni, ma anche un uso aggressivo e precoce dell’antipiretico non previene le crisi febbrili. Di fatto il controllo della febbre non impedisce le ricadute in convulsioni febbrili.
Molte volte, quando il trattamento abbassa la febbre, scompaiono anche altri sintomi come la sensazione di malessere e il fastidio, ma non si sa se questo sia una conseguenza del fatto che la febbre non c’è più o se sia un effetto specifico del trattamento. Sta di fatto che il bambino sta meglio. Alleviare il disagio fisico del bambino e prevenire la disidratazione diventano pertanto l’unico scopo del trattare la febbre. Comunque non è poco.
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