La betulla è l’albero caratteristico delle foreste rade e luminose nelle lande nordiche e dei terreni silicei, ma cresce anche da noi, oltre che in molti giardini, in rari boschi spontanei fino a 1700 metri di quota. E’ facilmente riconoscibile dalla bianca corteccia che si sfalda come carta velina. Il legno è tenero, mentre la corteccia è durissima, ricca di catrami e, per la sua impermeabilità, usata anticamente nella costruzione di canoe e barche.
In primavera si veste di una miriade di foglioline verdi ricche di flavonoidi (3%), antiossidanti, vitamina c, tannini e saponine.
L’albero, in primavera, con il suo ricco processo linfatico, “aspira” grandi quantità di acqua di terreni umidi, torbiere e prati alpini “espirando” nell’aria gli eccessi di umidità e risanando il terreno.
L’immagine di questa attivazione del sistema dei liquidi è riconoscibile anche nella sua azione nel corpo umano: è infatti impiegata come diuretico perché aumenta l’escrezione di acqua, senza perdita di sali. L’infuso delle giovani foglie stimola anche la cistifellea e il fegato ad una azione depurativa.
L’incremento della diuresi previene la formazione di calcoli nei reni e nella vescica ed è utile nella terapia antireumatica e antigottosa.
La presenza di metile salicilato, sostanza aromatica simile agli olii essenziali, giustifica anche un’azione antiinfiammatoria e antisettica del tratto urinario.
Si usa l’infuso delle foglie, da sola o in associazione con altre piante diuretiche nella depurazione primaverile.
È nota anche la linfa di betulla, lavorata come macerato glicerico o puro succo, raccolta dal tronco inciso in primavera, contenente anch’essa sostanze che liberano salicilato di metile.
Il macerato glicerico della linfa si usa nel drenaggio dei tessuti connettivi e nei ristagni nella cellulite.
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