Il polline viene raccolto dalle api ed immagazzinato nell’alveare come nutrimento. In commercio si trova in granuli raccolti appunto dall’arnia.
E’ un insieme di sostanze molto complesso e variabile a seconda dei fiori da cui viene raccolto ma la caratteristica particolare è la quantità di proteine ricche di aminoacidi essenziali, quelli che il nostro organismo non riesce a sintetizzare e deve quindi assumere attraverso gli alimenti. Oltre alle proteine ci sono zuccheri, oligoelementi e vitamine in notevole quantità. Infine una quantità di enzimi ed altre sostanze che rendono la sua attività non semplicemente sostituibile.
Per tutto questo viene usato come “ricostituente”, un termine un po’ generico che però serve a dare l’idea.
Da molto tempo è usato nelle astenie leggere e nei momenti di difficoltà legati al cambio di stagione, in sostituzione dei multivitaminici e simili normalmente in commercio.
Un uso interessante, che consolida le informazioni sulla possibile utilità del polline anche in assenza di studi scientifici rigorosi, è quello in pazienti sottoposti a cure impegnative e debilitanti, come la chemioterapia. In questi casi viene usato anche a dosaggi molto alti (8 – 10 cucchiai al giorno) sia per integrare l’apporto di aminoacidi, vitamine ed altri elementi essenziali, sia per l’azione di stimolo dell’appetito che in questi casi, pazienti spesso molto provati, è particolarmente utile.
La sua notevole sicurezza, quindi, fa pensare che si possa usare anche in persone solo leggermente debilitate e prive di appetito, come spesso sono gli anziani, con buone possibilità di successo. Assieme ad un po’ di yogurt o da solo accompagnato da abbondante acqua è facilmente assumibile.
Naturalmente nelle persone con allergia ai pollini non è il caso di utilizzarlo.
L’infiammazione è un processo biologico che il nostro corpo mette in atto per difendersi dalle infezioni in caso di ferite, traumi, o altre occasioni di accesso dei microbi nel nostro corpo.
Dietro c’è un’organizzazione estremamente co...
Ci sono putroppo alcune situazioni in cui non è possibile evitare di usare dei farmaci che favoriscono l’osteoporosi.
Dopo una certa età ci sono molti motivi per valutare la condizione della propria massa ossea.
L’arnica è una pianta erbacea spontanea da sempre conosciuta nell’arco alpino ed è presente da secoli nella farmacia familiare delle genti di montagna.
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