Da molto tempo seguiamo le informazioni che troviamo nel mondo scientifico sul tema della prevenzione dei problemi cardiovascolari e, naturalmente, abbiamo a che fare col colesterolo nel tentativo di suggerire un corretto approccio a questo tema.
Il dibattito però più prosegue più appare difficile da decifrare. Ecco due begli esempi usciti in questi giorni sulla stampa scientifica:
1) medici a congresso a Rimini definiscono il “primo documento congiunto e multidisciplinare che intende rivoluzionare il modo di fare medicina contro l’ipercolesterolemia, offrendo finalmente una visione univoca su come vanno trattati i pazienti i funzione del proprio profilo di rischio cardiovascolare”
Gli elevati livelli di colesterolo ‘cattivo’ Ldl – osserva il presidente dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) Michele Gulizia – sono in assoluto il primo fattore di rischio per lo sviluppo della cardiopatia ischemica, davanti a fumo, diabete, ipertensione e obesità. E la cardiopatia ischemica rappresenta la prima causa di morte tra le malattie cardiovascolari; quest’ultime, a loro volta, prima causa di morte nel mondo occidentale. È clinicamente dimostrato che chi ha un’ipercolesterolemia ha una probabilità 3,6 volte superiore di sviluppare coronaropatie rispetto alla popolazione normale”.
2) letteratura scientifica: il colesterolo alto non è un fattore di rischio per le malattie cardiache negli anziani, e al contrario può avere un effetto protettivo contro diverse malattie, tra cui il cancro. E’ questa la conclusione di un gruppo internazionale di esperti che, sul British Medical Journal (Bmj), ha passato in rassegna 19 studi condotti su 68mila persone.
Non ci sarebbe quindi un legame tra alti livelli di colesterolo Ldl, quello cosiddetto cattivo, e le malattie cardiache nelle persone con più di 60 anni. Il 92% degli anziani con colesterolo alto ha vissuto infatti a lungo o più a lungo di chi aveva livelli bassi di colesterolo. Nel restante 8% non è stata trovata alcuna associazione. Le statine da tempo vengono prescritte come uno degli strumenti per ridurre il rischio di attacchi cardiaci e ictus causati dall’indurimento e restringimento delle arterie. Secondo i ricercatori, a questo punto bisogna «rivalutare la prescrizione di statine, i cui benefici sono stati esagerati
Conclusione? Aspettiamo e stiamo ad osservare.
In ogni caso più che la dieta fa il movimento, quindi facciamo almeno quello.
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