Quante volte ci sentiamo stanchi, stressati, la testa ingombra di pensieri inutili, incapaci di governare la nostra mente. “Forse sono stanco, mi prendo un ricostituente. ”
Peccato che non esistono. Sono molti i prodotti che vantano queste proprietà, ma nessuno funziona. Esistono dei tonici, sostanze lievemente eccitanti come il caffè, o degli adattogeni (come ginseng o eleuterococco o altri) che aiutano a resistere meglio allo stress, ma niente che “ricostituisca”. Cosa possiamo fare allora?
Imparare ad usare meglio le nostre risorse. In molti secoli di studio e di applicazione, persone di cultura occidentale ed orientale si sono dedicati proprio a questo. Naturalmente non si possono riassumere in poche righe esperienze che richiedono anni, ma ci sono elementi comuni che possono venire utili anche all'”uomo della strada”.
Tutte le tecniche di rilassamento o di gestione dello stress mentale, infatti, si basano su alcuni punti saldi:
– prendersi il tempo (almeno qualche minuto) per uscire dal ritmo del “fare” e lasciarsi penetrare da quello, più “vuoto” e lento, del pensare;
– prendersi lo spazio fisico per rimanere almeno un po’ da soli, in silenzio, in una posizione comoda;
– rimanere ben svegli, non addormentarsi anche se ci si rilassa;
– cercare di percepire se stessi, fisicamente, come corpo posizionato in un luogo ed in relazione allo spazio: seduto sulla terra, in posizione eretta, ecc.;
– modulare il respiro, ascoltandolo;
– immaginare se stessi pensanti (ciò che richiede più esercizio): allontanarsi dai pensieri, in modo da osservarli distaccati, dall’esterno, e percepirli, così, in relazione a tutto il resto che esiste attorno a noi.
Il più delle volte tutto questo, cioè capire e sentire che esiste un mondo intero attorno a noi e che i nostri pensieri sono solo una piccola parte di esso, di noi e della nostra vita, ci aiuta a fare ordine nella nostra mente, a ridimensionare l’ansia, a riposizionare le priorità, e ci fa ritrovare un’energia inaspettata.
Sembra un modo di gestire l’attenzione riservato agli adulti, ma non è vero. Provate a fare questo esercizio con i bambini o i ragazzini: ci saranno delle belle sorprese.
Prima di iniziare il percorso verso la sospensione degli psicofarmaci, devi essere pronto ad affrontare i sintomi da sospensione, che si manifestano sotto forma di sintomi fisici e pensieri o sensazioni impreviste.
Si sa che l’osteoporosi è un problema assai diffuso e che la fragilità ossea è, soprattutto negli anziani, un problema serio:
Dopo una certa età ci sono molti motivi per valutare la condizione della propria massa ossea.
Cosa vuol dire che un farmaco è scaduto?
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