Negli ultimi 5 anni il giro d’affari delle aziende che producono alimenti senza glutine è quintuplicato. E la moda di un’alimentazione completamente priva di glutine, dopo aver spopolato negli Stati Uniti, sta arrivando ora con prepotenza anche in Europa.
La pubblicità, più o meno occulta, spesso mascherata da informazione, spinge in questa direzione: sembra che il glutine provochi numerosi malesseri e faccia sempre male; addirittura si viene indotti a credere che una dieta priva di glutine ci faccia dimagrire.
Esistono persone che effettivamente non possono mangiare glutine, i celiaci, ma si tratta di una percentuale molto bassa della popolazione che si identifica facilmente con appositi test.
Accanto a loro sta però crescendo la schiera di chi si ritiene, a torto o a ragione, “sensibile” (chi cioè ha disturbi simili ai celiaci pur non essendolo), e la schiera di chi lo esclude completamente dalla dieta perché pensa sia nocivo.
Chiariamo: il glutine non è di per se dannoso. Nelle persone “sensibili” basta diminuirne l’introito giornaliero, ma in una percentuale non piccola di pazienti la sensibilità al glutine è frutto della suggestione. Sono stati tesi “trabocchetti” a questi pazienti, dando loro cibo senza glutine ma che all’apparenza ne conteneva: chi partiva dall’idea di essere sensibile è stato comunque male.
Certo è che la nostra alimentazione è povera di varietà e questo può essere correlato a situazioni di difficoltà. Consumiamo grandi quantità di frumento a discapito di altri cereali quali riso, miglio, mais, grano saraceno, naturalmente privi di glutine. Basterebbe quindi alternarli tra di loro per evitare limitare la probabilità dell’insorgere di intolleranza.
Eliminare del tutto il frumento può essere poi inopportuno per il rischio di andare incontro a carenze di vitamine del gruppo B, ferro, magnesio ed acido folico.
Inoltre, i prodotti privi di glutine, nonostante il prezzo al pubblico piuttosto elevato, raramente contengono come sostituto del frumento la farina di riso, più sana ma più costosa per i produttori, e molte volte sono ricchi di sostanze non molto salubri, zucchero, olio di palma e altri oli vegetali, usati per migliorare le caratteristiche organolettiche e la consistenza dei prodotti.
Chi vuole escludere il glutine deve quindi imparare a leggere molto bene le etichette.
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