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Finocchio, anice, comino

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Finocchio volgare, anice verde e comino (Carum carvi) sono frutti molto somiglianti tra loro e confusi spesso come semi, che provengono dalla famiglia delle Apiacee o Ombrellifere.

Il nome di questa grande famiglia botanica deriva dalle infiorescenze ad ombrella di colore bianco o giallo, facilmente riconoscibili, che svettano e si irraggiano molto numerose sopra un fusto robusto e cavo, avvolto da foglie spesso molto incise.

Sono piante erbacee, alte anche 1-2 metri, tipicamente estive, che amano i campi delle assolate terre dal Mediterraneo (il finocchio) fino alle Alpi (anice e comino).

L’intera pianta di queste specie è fortemente aromatica grazie alla presenza diffusa degli olii essenziali. È questo il principio attivo, maggiormente concentrato nei frutti raccolti a maturazione e quindi utilizzati in fitoterapia.

Pur avendo aromi differenti, queste piante vengono spesso usate assieme in miscele, per affinità terapeutica ed in un effetto sinergico.

Si utilizzano da sempre per l’azione antispastica e contro la flatulenza, poiché riducono il ristagno di gas intestinale, in infusi o in capsule. Le proprietà stimolanti aromatiche migliorano anche la secrezione gastrica, salivare e biliare, favorendo i processi digestivi. Anche l’uso in cucina di questi frutti, nel pane, in verdure e pietanze va in questo senso.

La “potenza” di queste azioni decresce da comino a finocchio e ad anice a causa delle diverse composizioni dell’essenza. Andamento inverso, invece per la forza dell’effetto espettorante dovuto ad aumento del movimento ciliare dei bronchi che favorisce l’espulsione del muco; significativo, sia nelle malattie respiratorie che in quelle intestinali, anche l’effetto batteriostatico, ed è riconosciuta anche un’azione diuretica e sudorifera.

Un uso tradizionale, ma sicuro e supportato da alcune evidenze scientifiche, è quello in fase di allattamento sia per aumentare la produzione del latte che per migliorarne la qualità grazie al fatto che migliora l’ambiente intestinale della mamma che allatta. Per lo stesso motivo è usato nelle coliche gassose del lattante, anche qui somministrando la tisana alla mamma che allatta, mentre un uso direttamente nel lattante è poco consigliabile.

L’uso in tisana, anche per lunghi periodi, è molto sicuro mentre l’uso delle essenze pure richiede molta attenzione perché piuttosto irritanti.

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