La dieta è la prima e fondamentale terapia per le persone diabetiche, ed anche la prima forma di prevenzione per le persone non ancora malate ma in qualche modo a rischio, per familiarità o perché sono sovrappeso.
Nel caso di diabete di tipo 1, normalmente controllato con la somministrazione dell’insulina, la dieta è calibrata con cura da chi stabilisce la terapia.
Nel caso di diabete di tipo 2, quello che insorge normalmente negli anziani o nelle persone in sovrappeso, la scelta di cosa e come mangiare è responsabilità primaria del paziente.
Non esiste una dieta che vada bene per tutti, ma esistono alcuni semplici criteri generali che possono condurre a delle scelte adeguate:
1) mangiare poco
2) mangiare alimenti a basso indice glicemico
3) mangiare carboidrati più al mattino e meno la sera
4) mangiare molta verdura
Infine una regola non dietetica ma correlata alla dieta ed assai importante: attivare il consumo di calorie con l’attività fisica.
Scendiamo nei dettagli:
1) mangiare poco Il problema del diabete è l’incapacità dell’organismo di tenere sotto controllo la quantità di glucosio nel sangue: dobbiamo ricordarci che qualsiasi tipo di alimento, non solo gli zuccheri e i carboidrati, può essere trasformato in glucosio, quindi non si tratta solo di risparmiare sul cucchiaino di zucchero ma di mangiare meno, spesso molto meno. Se non diminuisce di peso bisogna mangiare meno e consumare di più. La correlazione tra obesità e diabete è fortissima. Rimanere affamati fa benissimo. Dopodichè, se non si ha un diabete grave, uno strappo ogni tanto si può sempre fare….
2) mangiare alimenti a basso indice glicemico L’indice glicemico è un modo per descrivere quanto velocemente un alimento fa aumentare la glicemia nel sangue. In questa tabella sono ordinati una serie di alimenti con indice glicemico crescente. Preferire gli alimenti con indice glicemico basso vuol dire “stressare” meno i sistemi di controllo della glicemia, quindi rallentare l’insorgere di problemi e, se la glicemia è già alta, diminuire i piccoli danni quotidiani legati ad un difetto di questi sistemi. Il limite di questo parametro è che non considera fattori importanti come la modalità di cottura che può influenzare molto la disponibilità di glucosio. Naturalmente bisogna anche considerare la quantità assunta e la quantità di carboidrati presenti nell’alimento: 250 grammi di patate bollite, 60 grammi di riso, 80 grammi di fagioli, e 50 grammi di glucosio, hanno circa lo stesso contenuto di carboidrati. In effetti sarebbe più corretto prestare attenzione al cosiddetto carico glicemico (essendo un po’ complicato rimandiamo all’articolo su Wikipedia). È quest’ultimo metodo di calcolo infatti che serve a comprendere in che quantità può essere assunto un cibo glucidico per prevenire l’iperglicemia. Teniamo ben presente che esistono comunque importanti differenze individuali. Se tutto questo è troppo difficile cominciamo col mangiare molto meno, che è più importante.
3) mangiare i carboidrati di più al mattino e meno la sera Esistono differenze importanti nella capacità del nostro organismo di assorbire e utilizzare i carboidrati: l’efficienza dell’insulina nel controllare la glicemia è maggiore al mattino, mentre alla sera diminuisce ed il picco glicemico scende molto più lentamente. I meccanismi complessi (e pericolosi) che sono attivati dalla glicemia alta (dalla creazione di “scorte” alla modifica della sensibilità dei recettori cellulari nei muscoli, ai processi di ossidazione) sono molto più influenzati dai pasti serali che da quelli del mattino. Quindi una buona colazione al mattino o un piatto di pasta o riso a pranzo generano un picco glicemico che si controlla meglio che alla sera: a cena verdura in quantità.
4) mangiare molta verdura La verdura, cotta ma soprattutto cruda, dovrebbe essere l’alimento preferito dai diabetici: porta poche calorie, diminuisce l’indice glicemico degli alimenti mangiati insieme perché ricca di fibre che ne rallentano l’assorbimento, apporta minerali vitamine e soprattutto antiossidanti che contrastano molti processi degenerativi favoriti invece dal diabete, costituisce un ottimo substrato per quelle specie di microorganismi che sfavoriscono l’instaurarsi del diabete (dipende molto anche da loro, in effetti) e diminuiscono il desiderio di dolci. Quindi verdura cruda senza limiti.
Esistono circa 400 specie di valeriana, spesso con infiorescenze molto belle, ma quella di uso farmaceutico è solo la Valeriana officicnalis.
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