Stare in piedi non è una cosa semplice: è una cosa naturale, questo sì, ma tutt’altro che semplice.
Nello stare in piedi sono coinvolte molte strutture e funzioni: ossa, muscoli, sensori di equilibrio dell’orecchio, vista, nervi propriocettori (quelli che sentono i nostri movimenti), il tutto integrato a livello del cervello, dove si muovono anche i nostri pensieri, le emozioni, le abitudini, i ricordi…
La postura è il risultato di tutte queste interazioni e della nostra biografia, la nostra storia, delle esperienze fisiche ed emotive, belle e brutte.
Non sembri stravagante: esprimiamo la nostra storia anche attraverso il nostro modo di stare in piedi. Basta uno sguardo ad una persona, anche se non l’abbiamo mai incontrata, per percepire come sta e si muove: ad esempio il suo stare ben ritta piuttosto che incurvata, ci comunica immediatamente qualcosa perché siamo nati per leggere negli altri anche la postura.
La prima protagonista del nostro stare in verticale è naturalmente la colonna vertebrale: una pila di vertebre che scaricano il peso di tutto il corpo, a partire dalla testa fino alle anche, e lo fa tanto meglio quanto più corretto sarà l’allineamento. Pensiamo alle donne africane che portano grandi pesi sul capo, meravigliosamente erette: quello è un buon allineamento; oppure guardiamo i bambini e i ragazzini, dritti, ancora leggeri dei pesi della vita.
Bello sarebbe essere sempre ritti, vivaci, senza pensieri, camminare leggeri, ma la vita ci porta tante altre sollecitazioni e non basta prestarvi attenzione per porre rimedio: appena ci distraiamo la nostra “vera” postura riprende il sopravvento.
Quindi, se necessario, il nostro cambiamento deve essere un po’ più profondo.
La chiave di una postura corretta è una relazione equilibrata tra allineamento e movimento, tra posizione dello scheletro e attività dei muscoli che ne governano il moto; se questa relazione è quella giusta, anche il nostro sistema nervoso, la nostra mente e il nostro spirito ne trarranno giovamento.
Che fare per migliorare la postura?
Dobbiamo parlare al nostro corpo in vari modi: con la testa, con il sentire e attraverso il corpo stesso.
Possiamo alleggerire la testa, ragionando sul vero peso dei nostri pensieri, e questo ci farà sicuramente bene. Elevarsi con lo spirito ha conseguenze anche sul corpo.
Possiamo poi “dire” al nostro corpo che si può stare in piedi anche in modo diverso dal solito: il modo giusto per parlargli è fargli fare l’esperienza di un nuovo movimento e di una posizione diversa. Le abitudini ci fanno dimenticare la possibilità di agire in modo differente dal consueto. Il movimento fisico, lo sport soprattutto all’aperto, il nuoto, il ballo, attività specifiche come il Feldenkrais o il Thai Chi, tutto questo permette al corpo di sperimentare e riscoprire atteggiamenti inconsueti o dimenticati, e se qualcosa ci fa stare meglio lui stesso imparerà rapidamente dall’esperienza e creerà una nuova abitudine. Naturalmente se non si coltivano le buone abitudini lasciano facilmente il posto a quelle cattive, apparentemente più comode ma non benefiche.
Un passaggio da un bravo fisioterapista può spesso aiutare questa nuova esperienza di postura, agendo su contratture e disallineamenti cronici.
Dei plantari, se fatti in modo da stimolare correttamente i riflessi del piede, possono anch’essi aiutare a dare al corpo stimoli e messaggi quotidiani: i piedi sono la base della nostra postura ed estremamente sensibili. Analogamente, dal lato opposto della nostra colonna vertebrale, i denti sono un riferimento fondamentale per una corretta postura: sono molti anni ormai che dentisti specializzati intervengono sull’occlusione, cioè sulle relazioni tra i denti, per rimuovere squilibri posturali.
Nulla di tutto questo è semplice, ma molto è a portata di mano.
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