Gli antinfiammatori non steroidei (FANS), cioè quelli che abbiamo comunemente in casa come il Moment, il Voltaren o l’Aspirina, sono una classe di farmaci che hanno caratteristiche molto simili in termini di efficacia ed effetti collaterali.
L’efficacia è sempre paragonabile se il dosaggio è adeguato: sul dolore, l’infiammazione, la febbre. Altrettanto paragonabili sono gli effetti collaterali, il cui più conosciuto è il sanguinamento gastrico perché bloccano alcuni meccanismi fisiologici nella produzione delle sostanze che proteggono la mucosa gastrica dall’acido prodotto dallo stomaco.
Uno dei criteri di scelta è quindi quale fa meno male a parità di efficacia. La scala dal punto di vista del rischio di sanguinamento è questa in cui riportiamo per comodità il solo principio attivo: più basso è il numero minore il rischio.
Da INFOFARMA 3/2017 (USL20 Verona)
Ricordiamoci che sempre l’incidenza degli effetti collaterali aumenta con la dose.
L’altro effetto collaterale importante è che aumentano il rischio di eventi cardiovascolari negativi come ictus e infarti. Poiché aumenta già nella prima settimana di trattamento per poi stabilizzarsi, vanno utilizzati sempre alla dose minima efficace e per la minor durata possibile.
In pazienti che hanno problemi cardiovascolari (pregressi ictus o infarti oppure che prendono farmaci per il loro elevato rischio) sarebbero preferibili i FANS con minor rischio cardiovascolare, ma la scala da questo punto di vista è non altrettanto chiara di quella sul sanguinamento: il diclofenac è quello da usare con più attenzione.
Attenzione infine alle situazioni in cui non vanno usati: quando ci siano problemi renali, specie negli anziani e nelle persone ipertese, e nei soggetti asmatici perchè possono favorire in broncospasmo
In poche parole, al banco consigliamo nell’ordine: ibuprofene (moment, subitene), naprossene (momendol, uninapro), ketoprofene (okitask, ketodol), diclofenac (voltadvance).
Queste differenze sono significative ma comunque di importanza limitata: se c’è una storia personale di efficacia/poca tollerabilità, per cui una persona si accorge che uno funziona più dell’altro, questo criterio di valutazione ha la precedenza. Preferiamo quindi quello che per noi funziona meglio.
Se c’è uso concomitante di aspirina 100 mg per questioni di protezione cardiovascolare, NO a uso cronico di FANS (se non sotto controllo del medico), mentre non c’è problema per un uso saltuario (2-3 giorni di fila ad esempio). Ma se in questi casi funziona bene il paracetamolo – Tachipirina (max 3-4 g/die), meglio ancora.
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