Lo studio degli effetti reali dei farmaci è un’attività molto più complessa di quanto s’immagini. Il problema principale è capire quanto i cosiddetti “fattori confondenti” possano trarre in inganno: quindi capire se il farmaco ha effettivamente l’effetto previsto o piuttosto questo non sia causato da qualche altro cambiamento nello stile di vita, nell’alimentazione o in generale nelle condizioni del paziente.
Lo stesso, per certi versi ancora più difficile, è necessario per la valutazione degli effetti collaterali o indesiderati.
Un esempio importante è un recente studio olandese (parliamo di migliaia di pazienti) per vedere gli effetti degli antiacidi sui microbi intestinali, in particolare i cosiddetti protettori dello stomaco, farmaci usati anche da noi in grande quantità e spesso per lunghi periodi. Questo studio è stato fatto selezionando i pazienti con metodi statistici, associandoli in gruppi particolari, e seguendoli a lungo. Fattori molto variabili da individuo a individuo si sono dovuti “neutralizzare”, tra cui lo stile di vita malsano e le potenziali interazioni con altri farmaci che alterano il microbioma, come antibiotici, lassativi e farmaci immunosoppressori.
L’ipotesi da verificare era se, nei pazienti in ospedale, l’uso dei protettori dello stomaco potesse essere collegato a un aumento del rischio di colonizzazione da microbi multiresistenti. I batteri resistenti agli antibiotici sono un gravissimo problema negli ospedali perchè possono causare infezioni severe e difficili da trattare.
La soppressione dell’acido gastrico da parte di questi farmaci può infatti consentire a batteri patogeni, o comunque non opportuni, di sopravvivere nello stomaco e nel tratto intestinale.
La conclusione è questa: non solo gli antibiotici, selezionando i microrganismi intestinali, aumentanno il rischio per lo sviluppo di batteri resistenti, ma anche gli antiacidi e soprattutto i protettori dello stomaco sono un grave problema: modificano in modo negativo le condizioni del tratto intestinale e quindi la popolazione microbica del nostro intestino.
Il fatto che i microrganismi passino indenni dallo stomaco non porta sempre alla malattia, perché non tutti i mircorganismi sono patogeni, ma può aumentare il rischio di infezione.
In conclusione il rischio di aumentare la selezione di microrganismi multiresistenti cresce di quasi il 50%, leggermente di più per i pazienti che hanno usato i farmaci antiacidi due volte al giorno.
I risultati, dicono gli autori di questi ampi studi, rafforzano la necessità per i medici di essere cauti con la prescrizione di protettori dello stomaco, che si stima siano usati in eccesso, cioè inutilmente, nel 30-50% dei casi, per non incorrere in alterazioni pericolose del microbiota intestinale e nella creazione di resistenze agli antibiotici. Anche noi pazienti è opportuno che chiediamo sempre al medico se il loro uso sia davvero necessario, in particolare se ci viene proposto un uso prolungato. Usarli invece per un paio di settimane non presenta problemi di modifiche significative del microbiota intestinale.
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