Il sonno è ben altro che un cervello addormentato: durante il sonno il cervello alterna fasi di riposo con altre di grande attività, il cui estremo si svolge durante la fase detta REM, quella in cui si sogna.
In questa fase il tracciato dell’elettroencefalogramma è molto simile a quello da svegli: le aree del cervello che si attivano per l’attività visiva, emozionale e motoria sono pienamente “sveglie”. Le differenze sono però importanti: c’è una totale perdita del tono muscolare che fa sì che anche quando sogniamo di muoverci molto in realtà restiamo immobili (ed evitiamo di farci male), ma soprattutto c’è una totale perdita dei freni inibitori che caratterizzano la nostra vita cosciente. Per questo nei sogni ci accadono o facciamo cose incredibili e matte.
Tutto questo a cosa serve?
Alcune risposte sono oggi consolidate: hanno a che fare con la memoria, la salute mentale, la capacità di relazione e la creatività. Tutto questo si è capito grazie a studi che hanno osservato da un lato l’attivarsi delle aree cerebrali durante il sonno REM, dall’altro le conseguenze a livello neurologico e clinico della mancanza di questo tipo di sonno.
Memoria: i sogni sono un momento di rielaborazione del vissuto (non solo quello recente, fanno in generale un costante lavoro autobiografico) che rafforza le connessioni utili tra gli eventi e quindi quelle a livello di certi neuroni, e indebolisce quelle inutili o dannose. In pratica la nostra mente fa ordine tra i ricordi tenendo quello che serve. Qualche volta mentre svolge questa rielaborazione inventa situazioni e fatti, anche inverosimili, per cui non tutti i ricordi sono “veri”.
Salute mentale: questo stesso processo di rielaborazione del vissuto ha come obiettivo il mantenimento della salute mentale. I ricordi traumatici vengono metabolizzati rendendo vivibile la vita, addolcendo le esperienze e ricalibrando il rapporto tra vissuto ed emozioni. Diversi problemi psichiatrici e di umore hanno una connessione (bidirezionale) con l’alterazione del sonno REM: ansia, depressione, psicosi. Il sogno è in pratica una quotidiana terapia emotiva notturna, il momento del metabolismo delle emozioni.
Capacità di relazione: i sogni, rivivendo il vissuto, esercitano e mantengono la capacità di riconoscere e interpretare i segnali emotivi sociali: la lettura delle emozioni altrui, dei gesti, delle espressioni facciali. Questo è uno dei fondamenti della vita di relazione e la base del raffinato sistema di comunicazione, non solo verbale, che ha plasmato la complessa vita sociale dell’umanità: in famiglia, nel gruppo, nella comunità ed oggi, grazie ai mezzi di comunicazione attuali, a livello planetario. Intendersi correttamente è il fondamento della possibilità di collaborare; l’umanità è cresciuta nelle sue enormi potenzialità molto più per la capacità di collaborare, forgiando alleanze cooperative dove ciascuno porta un piccolo pezzetto, che non per la “genialità” di qualche songolo soggetto.
Creatività: l’attitudine del sogno di connettere elementi e concetti distanti, di creare associazioni improbabili, di integrare in modo innovativo (talvolta “matto”) le informazioni, completamente al di fuori del controllo dei freni inibitori, è il fondamento della creatività umana. Solo gli umani sognano e creano così tanto, e per questo trovano continue soluzioni ai problemi. Il sonno, e in particolare il sonno REM, è il nostro momento per risolvere i problemi; è noto che le idee migliori ci si presentano al mattino, quando il sonno è più leggero e maggiore la quantità di sonno REM. Al risveglio il processo non scompare immediatamente e nel breve tempo in cui siamo tra sonno e veglia possiamo prendere coscienza di un pensiero originale. Alla creatività individuale, grazie alla capacità di relazione sempre esercitata nei sogni, si aggiunge la creatività di gruppo, la capacità di risolvere i problemi insieme e quindi di prendere decisioni opportune a vantaggio di tutti.
Sono tutte funzioni fondamentali per il benessere individuale e collettivo: forse non ha un impatto insignificante il fatto che nella nostra società iperproduttiva il sonno tenda a non essere rispettato e valorizzato. L’abitudine a una bella dormita farebbe bene a tutti, molto più che sacrificare ore di sonno prezioso al mattino per apparire produttivi.
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Dormire è tutt’altro che “non essere svegli”, non è scomparire dalla vita: è un’attività fondamentale per la vita, solo che si svolge in assenza della nostra coscienza. Ed è molto interessante.
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